Palazzo Taddei

Palazzo Taddei risale al Quattrocento veneziano (XV secolo) e testimonia la vitalità della classe forestiera di un tempo, l’unica che poteva concedersi di costruire o ingrandire le proprie abitazioni.  La famiglia dei baroni Taddei, originari di Firenze, arrivò ad Ala da Verona con l’appoggio dei Castelbarco alla fine del ‘300. Tra i primi a svolgere attività commerciali ed imprenditoriali, Giovanbrunone Taddei in queste stanze avviò la fabbricazione del velluto a metà del Seicento.

Inserito nell’antica via di Villanova nel centro storico di Ala, il palazzo seicentesco presenta una facciata semplice ed austera con portale squadrato e simmetriche finestre di identico disegno, simbolo di forza e potere in società.

Contrasta con questa severità la facciata sul cortile interno dove troneggia un antico pozzo del ‘500 in pietra lavorata. Sul cortile si affaccia inoltre uno splendido loggiato decorato con mascheroni. Nel 1810, proprio tra queste mura, sostò il capo della rivolta sudtirolese Andreas Hofer, in viaggio verso Mantova per essere giustiziato dai francesi.

Il palazzo ospita un telaio storico da velluto liscio, restaurato nel 2022. Nel Settecento Ala si è fatta conoscere in tutta Europa specialmente per il velluto liscio di colore scuro.
A differenza di un normale tessuto che ha trama, cioè fili orizzontali, e ordito, cioè fili verticali, nel velluto c’è una serie di fili supplementari che poi vengono tagliati per dare quell’effetto “pelo” proprio del velluto stesso. Nel velluto liscio abbiamo 4000 fili di ordito e 4000 fili di pelo in soli 60 cm di altezza. Il velluto liscio, realizzato con filato in seta 100% è il velluto di più difficile tessitura e presenta alcune caratteristiche che lo rendono unico nel suo genere: il pelo è tagliato ben 17 volte in un cm e pertanto risulta essere uno dei tessuti più resistenti e compatti; non rifrange la luce; l’armatura è realizzata dal movimento combinato delle mani e dei piedi della tessitrice sul telaio che quindi è seduta in quanto deve muovere i piedi su ben cinque pedali e contemporaneamente le mani sulla cassa battente.”

Il palazzo sarà in futuro sede del Museo Provinciale del Tessuto di Ala.